mercoledì 3 agosto 2016

Ma la vita è una battaglia – recensione

In libreria ormai da più di qualche giorno, io l'ho acquistato in occasione del mio compleanno insieme a un'altra caterva di libri (ma vabbè, tralasciamo). Tradotto e curato da Laura de Il tè tostato, non poteva mancare nella mia libreria. Dopo averlo letto, e vi assicuro che ci vuole davvero pochissimo – soprattutto per dei veri appassionati –, ha subito preso posto sulla mia libreria, nella mensola dedicata alle sorelle Brontë (che è bella piena, anche se non ho letto tutto ciò che ospita, lo ammetto).
Parlo di Ma la vita è una battaglia, una raccolta di lettere scelte che Charlotte ha inviato, nel corso degli anni, alle persone che, in qualche modo, hanno influenzato la sua vita.
La recensione arriva oggi, con diversi giorni di ritardo, perché è un periodo veramente allucinante e sento davvero il bisogno di staccarmi da tutto. Ho persino il blocco del lettore.
Quindi, chiudo questo finale di stagione con la recensione di Charlotte e poi ci si rivede subito dopo ferragosto.

Mi piace pensare a Charlotte Brontë come a un'eroina del diciannovesimo secolo. È vero, normalmente si pensa alle eroine in termini diversi e Giovanna d'Arco è il tipico esempio di eroina alla quale si potrebbe pensare.
A me, invece, vengono in mente donne come Charlotte Brontë, impegnate a farsi accettare come esseri razionali e pensanti, in grado di ricoprire ben altri ruoli oltre a quello di casalinghe perfette.
Quanto ho letto di lei mi ha fornito un'immagine ben precisa: un'immagine che è praticamente impossibile non ammirare.
Una donna, Charlotte Brontë, certamente provata dai numerosi e importanti lutti subìti durante la propria vita, minuta nell'aspetto e dallo stato di salute cagionevole, a causa soprattutto della malnutrizione e delle scarse condizioni igieniche alla quale fu sottoposta durante il periodo in cui, da bambina, visse in collegio insieme alle sorelle.

Una donna che desidera l'indipendenza economica, che desidera poter essere apprezzata per ciò che è realmente e per quello che è in grado di fare. Una donna che, come tutte le altre donne della sua epoca, è costretta a insegnare se vuole guadagnare il suo magro stipendio.
Charlotte odia insegnare, forse perché non ne ha il carattere, forse perché ambisce a qualcosa di intellettualmente più stimolante, forse perché le ragazze alle quali insegna non sono esattamente le interlocutrici che si aspetterebbe di avere, forse perché, in un certo senso, il ruolo di insegnante le è stato imposto. Imposto sia dalla società, che non ammette donne che facciano altro, sia dalla situazione familiare – il padre, infatti, non è particolarmente entusiasta degli ideali "stravaganti" della figlia, anzi, la vorrebbe sempre al proprio fianco. Atteggiamento, questo, che sebbene nasconda affetto senza dubbio alcuno, nasconde anche un certo egoismo e una predisposizione a pensare alla donna come a una semplice governante della casa e del focolare. Ruolo che, come ben sappiamo, a nessuna delle tre sorelle Brontë piaceva in particolar modo.

Ognuna delle lettere riportate in questo volumetto possiede una breve introduzione che spiega, in maniera chiara e precisa, il motivo di quella missiva e fornisce alcune informazioni sulla vita della famiglia Brontë e di Charlotte in particolare, cosicché per il lettore sia più semplice cogliere le sfumature della personalità di Charlotte.
Trovo che, nonostante presenti soltanto una parte delle lettere che sono giunte fino a noi, questa piccola raccolta lasci ben intuire quanto la personalità di Charlotte Brontë fosse straordinaria e non solo rispetto alle donne del suo tempo, ma straordinaria in quanto artisticamente brillante e dotata di un'intelligenza fuori dal comune.
Da questa selezione, che riporta alcune delle lettere più belle e più rappresentative della personalità incredibile di Charlotte – mi riferisco, in particolar modo, alle lettere indirizzate a Costantin Héger –, è possibile rendersi conto di quanto né il periodo storico, né la condizione socio-economica a dir poco avversa, né la quasi totale mancanza di prospettivee rosee per il suo futuro, le permetteranno di rinunciare a ciò che più desidera al mondo: essere riconosciuta per la sua scrittura.

Uno de I pacchetti de L'orma Editore che non può davvero mancare nella libreria di nessuno: né di chi è già un estimatore della famiglia Brontë (e di Charlotte in particolare, come me), né di chi, invece, vuole avvicinarsi alla sua figura per la prima volta. Consigliato? Sì. Il più bel regalo di compleanno che mi sono mai fatta.

Titolo: Ma la vita è una battaglia
Autore: Charlotte Brontë
Traduttore: Laura Ganzetti
Editore: L'orma Editore
Prezzo: 5 €
Pagine: 64
Il mio voto: 4 piume
Maggiori informazioni: scheda sul sito di L'orma Editore