venerdì 1 aprile 2016

In my bookshelf #32



Finalmente il post di recap di tutto quello che è passato dalla mia libreria e se ne è andato e di tutto quello che, invece, è arrivato. Ovviamente arriva sempre più roba di quella che va via, non riesco a capire per quale motivo. Preparatevi, sarà un post lunghissimo, soprattutto la parte che riguarda gli acquisti perché ho fatto un ordine su Il Libraccio e sono stata al mercatino con Letture Sconclusionate e Maria (un'altra mia amica che non ha un blog), vi lascio solo immaginare. Doveva esserci anche Librinvaligia, ma lei è una persona seria e quel giorno aveva un impegno di lavoro. Meglio per lei, perché vi dico solo che Maria aveva il trolley, Simona le buste di plastica della spesa e io le shopping bag (solo perché credevo che avendo meno spazio disponibile mi sarei trattenuta. Sciocca che non sono altro).
Mi piace un sacco andare al mercatino, davvero. In realtà credo che mi piaccia un sacco semplicemente comprarli i libri. Non so perché, considerando il fatto che ne ho davvero una quantità imbarazzante da leggere in casa, ma ho sempre una sorta di terrore di sottofondo. Un qualcosa del tipo "e se poi quando voglio leggerlo devo comprarlo a prezzo pieno piuttosto che a 3 euro come oggi? Nono, meglio non rischiare". So che è irrazionale, perché te pare che non lo trovo? E poi anche se non lo trovassi, pazienza, non è che si muore a comprare un libro che costa più di 10 euro, ogni tanto. Invece no, niente. C'ho sta fissa per cui usato = irresistibile.
Hey non c'è mica uno psicologo tra le genti che mi leggono tutti i mesi? Se sì, palesati e lasciami il tuo numero, prenoto una visita.
E quindi, mettetevi comodi. Io, intanto, apro anobii (ah, vi faccio il calcolo degli euro spesi anche, perché così non pensate che io sia Becky, che spendeva fior fiori di sterline per un foulard. Becky, la tizia di I love shopping).

Ok, allora, comincio dagli acquisti fatti presso le librerie dell'usato (online e offline) perché mi è più comodo. Ho comprato Professione angelo custode di Arto Paasilinna della Iperborea. Non ho mai letto nulla di Paasilinna, devo essere onesta, e considerando anche quelli trovati al mercatino, ho voluto prendere anche questo. Piace molto a mia sorella, che comunque non ha i gusti tanto distanti dai miei, quindi mi sono fidata (nuovo costa 15,50€ io l'ho pagato 4,50).
Ho poi preso, anche se ero indecisa fino all'ultimo minuto, Il gigante sepolto di Kazuo Ishiguro praticamente perché è tenuto benissimo ed era a meno della metà del suo prezzo. Normalmente non compro gli Einaudi in copertina rigida e il motivo è semplice: considerato il fatto che li leggo magari dopo anni, poi la copertina rigida me la sbatto in faccia se il libro non mi piace. La brossura, invece, anche se cambia la copertina, posso comunque rivenderla al Libraccio. Ma vabbè, credo che questo passerà avanti a tutti i libri che ho in coda così non correrò il rischio di non poterlo rivendere (nuovo costa 20€, io l'ho pagato 8,50). Sempre di Einaudi (che ho notato non essere una casa editrice molto presente in casa mia, scelta sicuramente non casuale) ho preso Maschio bianco etero di John Niven. Non ho letto A volte ritorno, non so perché. Non l'ho manco mai neanche voluto comprare, sebbene – diamine! – sia proprio il mio tipo di libro. Non è ancora giunto il suo momento, probabilmente. Magari, prima o poi, lo prenderò in biblioteca (nuovo costa 13€, io l'ho pagato 6,50). Infine, ho preso Girl runner di Carrie Snyder – di cui Sonzogno mi aveva gentilmente omaggiata in digitale – perché mi è così tanto piaciuto che lo volevo in cartaceo (eh, lo so. Psicologo? È davvero il momento buono per palesarsi!) e Il palazzo degli incontri di John Boyne (che pare un soft porno ma non lo è, tranquilli), entrambi a metà prezzo (quindi 8,25 piuttosto che 16,50 e 7,45 anziché 14,90€).
Passiamo al mercatino – mentre scrivo tengo il conto di quanto avrei pagato se li avessi presi in una normale libreria e poi, in fondo, parleremo di quanto sia vera la diceria "i prezzi dei libri sono diminuiti e i tascabili escono 3 mesi dopo e costano 9 euro". 

Vi avevo detto di Arto Paasilinna, giusto? Bene. A 1,90 l'uno e praticamente nuovi – neanche si vede siano stati letti, né hanno gli angoletti maciullati – ho preso L'allegra apocalisse (prezzo del libro nuovo 16€) e L'anno della lepre (nuovo 14). Chi di voi ha letto Pasilinna? Che mi dite di lui? Se non stessi partecipando alla sfida di decluttering di to be read, mi lascerei distrarre da L'anno della lepre, ma non posso, non posso proprio. Sono già quella che tra tutti i partecipanti ha la percentuale minore di libri vecchi rispetto a quelli nuovi (parlo di libri letti, ovviamente), quindi non posso distrarmi più di così. 
Poi, sempre per quella passione di cui vi dicevo la scorsa volta, e cioè quella che mi sta facendo appassionare a libri non esattamente "moderni", ho acquistato Raggi di luna di Edith Wharton. Mi sarebbe piaciuta l'edizione Bollati e Boringhieri, ma a 2,90€ (piuttosto che 13,43) mi sono accontentata dell'edizione Corbaccio. A 0,99 ho invece preso: Wool di Hugh Howey (in italiano, nuovo costa 12), The closed circle di Jonathan Coe (costa 11,52) e un chick lit a caso, si tratta di The other side of the story di Marin Keyes (per quella cosa per cui vorrei leggere un libro in lingua al mese, ma se continuo a leggere lenta come se fossi in prima elementare non ce la farò mai, comunque nuovo costa 10,24). 
A esattamente 0,25 centesimi – è un po' malandato ma, insomma, visto il prezzo non potevo anche fare la choosy – ho preso Microservi di Douglas Coupland che è attualmente fuori catalogo. A Barcellona, invece, ho acquistato un libro solo per il gusto di farlo perché, razionalmente, l'ho pagato troppo per le condizioni in cui è, e per il tipo di libro di cui si tratta. L'ho comunque preso perché lo considero un ricordo, in fondo è costato quanto una brutta calamita. Il libro in questione è sempre un chick lit, si chiama The house on Willow Street di Cathy Kelly e l'ho preso perché la scrittrice è irlandese e il libro è ambientato in Irlanda (motivazioni molto solide, lo so). Nuovo costa 8,74 e io l'ho pagato 4,50.

Se avessi comprato tutto nuovo, escluso Douglas Coupland che non avrei trovato perché fuori catalogo, avrei speso esattamente 165,83€ per acquistare 12 libri, con una media di circa 14€ a libro (parliamo purtroppo anche di libri nell'edizione americana che costano molto meno rispetto a quelli in italiano, per cui la media è "fallata", altrimenti sarebbe stata decisamente più alta). Mi sembra un po' tanto, trattandosi di brossure e un solo libro in copertina rigida. Ma sarò io che 'sti tascabili a 9 euro (a parte Feltrinelli) non li becco mai. Io, comunque, ho speso molto meno di 166 euro: 49,37 euro per 12 libri, la cui media è 4,11€ a libro che è poco, certo. Ma se questo 4,11 diventasse 8 o anche 10, sarebbe vera quella cosa per cui il prezzo dei libri è diminuito.

Passiamo alle letture, perché il discorso sul prezzo "diminuito" dei libri mi fa sempre un po' incazzare, considerando che io al momento non lavoro più ma prima prendevo uno stipendio di 400 euro e spenderne 18 per un libro era davvero un problema. Adesso lo è ancora di più, ovviamente, ma io che ne posso capire, non lavoro nel settore, blablabla.
Ho letto L'estate degli annegamenti, di cui mi aveva omaggiata il Bookclub Neri Pozza e che non mi è piaciuto per niente. Lento, molto, e noioso. Inoltre ho trovato le descrizioni dei luoghi banali, come se fossero state fatte da uno che l'Islanda l'ha vista su Google Maps. Ma questa è solo la mia opinione, ovviamente.
Ho letto poi Girl runner, di cui vi ho parlato e che vabbè, se ho comprato in cartaceo qualcosa vorrà pur dire. L'ho adorato, letteralmente. Una lettura molto appassionante.
È poi arrivata l'ora del classico scritto da una donna del mese per la seconda puntata So classy! ed è stato il turno di Ragione e sentimento di Jane Austen (che non ha riscontrato molto successo, forse non è un romanzo amato da molti) che, comunque, non è esattamente il mio romanzo preferito di zia Jane. Ho poi letto Guida rapida agli addii di Anne Tyler che è, ormai lo dico da anni, il mio porto sicuro. Adoro Anne Tyler, la amo davvero. Leggere un suo romanzo è per me paragonabile a un abbraccio. La leggo sempre quando sono triste o è un periodo in cui ho bisogno di sentirmi rassicurata. È di parecchio inferiore a molti altri suoi romanzi, ma è il modo di narrare che ha Anne Tyler che rende qualunque cosa elegante e dolce e gentile e adorabile. Basta, Anne: sposiamoci!
Della mole di libri che mi ha regalato quella bella persona che è Ophelinha, invece, vi parlo la prossima volta perché, cacchio, questo post è lunghissimo!

Per quanto riguarda la lista desideri... Devo deludervi questo mese perché ho inserito prochissima roba e si tratta di: Dorothy must die di Danielle Paige (non pubblicato in Italia), perché mi interessano un po' i romanzi che si ispirano ad altri romanzi – anche se, spesso, il risultato lascia parecchio a desiderare, e poi ho inserito anche The forgetting di Sharon Cameron (la copertina! La copertina!).


E adesso basta, vi lascio andare in pace. Praticamente vi ho tenuti incollati alla sedia per un'ora (pensate quanto mi ci è voluto a me per scriverlo 'sto post!). Ho pietà di voi e vi lascio in pace. Prima, però, voglio sapere voi cosa avete letto, comprato, piacciato, odiato! 

6 commenti:

  1. Io adoro Einaudi ma ha sempre prezzi altissimi e quindi non ho preso il Gigante Sepolto; purtroppo da me non ci sono mercatini, ergo aspetto di trovarlo in scambio visto che, a quanto pare, in digitale non c'è. Di Anne Tyler sento parlare bene e male, forse qualche giorno mi deciderò a leggere qualcosa di suo. Paasilina è un altro di cui sento parlare spesso ma, stranamente, non m'ispira. Vedrò, o meglio, leggerò prossimamente.

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    1. Einaudi qualcosa mi piace e qualcosa no. Ho Murakami in casa, qualcosa di Yehoshua, altri libri sparsi, ma ho molti più Neri Pozza e Marcos y Marcos.
      Anne Tyler non la consiglio a tutti, indistintamente. Dovrei prima sapere cosa leggi, perché i suoi romanzi spesso sembra non portino da nessuna parte. Il loro focus non sono le cose che accadono, praticamente quasi mai. Per cui, ecco, se ti annoiano i romanzi introspettivi, te lo dico subito, lascia perdere perché ti annoieresti a morte. Quindi, per me è un abbraccio, un porto sicuro, perché a me il romanzo può anche raccontare un pomeriggio dentro un bar, ma se è carico di emozioni e sentimenti e scritto lucidamente e con dolcezza, mi fa innamorare. So, però, che è una cosa prettamente mia.
      Insomma, ecco perché parlano male e bene della Tyler... Tocca capire che lettore sei, poi allora puoi leggerla.

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    2. Direi che è un 50/50, vado a momenti, a volte i romanzi introspettivi mi piacciono, altre no. Murakami, ad esempio, non lo capisco e di conseguenza mi annoia. Anch'io amo Neri Pozza :)

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  2. Io ho letto L’anno della lepre e l'ho trovato molto bello, scorrevole e divertente, con un senso dell'umorismo molto pacato. Aspetto la tua opinione!

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    1. Bene, finalmente qualcuno che ha letto uno dei 90 mila libri che ho comprato! Speriamo piaccia anche a me ^^

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  3. Io ho piacciato tantissimo L'ospite di Sarah Waters,che secondo me, a pelle, potrebbe piacerti :D

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