lunedì 29 giugno 2015

Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo 29 giugno/5 luglio



Buongiorno! Oggi è già lunedì – ma, voglio dire, giugno che si fa? La smettiamo di correre? – e quindi è tempo di Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo. Ho una voglia assurda di leggermi uno di questi libercoli dei quali cinciallegro ogni lunedì che non riesco a decidere da quale cominciare. Poi mi riprendo, pensando che la vita è troppo breve per leggere questa roba... E però, la vita è troppo breve anche per NON ridere mai. Giusto? Giusto. Per cui mi sa che, dato che è praticamente giunto luglio, è il caso di scegliere un libro da ombrellone. Che nel mio caso sarà da lettone, perché anche quest'anno credo che non andrò al mare. Ovviamente. L'abbronzatura è sopravvalutata.
Ma il quesito di oggi è: cosa ci riserva questa settimana la fantastica editoria italica? Vediamolo insieme.

No amici, no. Non è il cofanetto di Love Boat, mi dispiace deludervi. Lo so, pensavate che finalmente fosse uscito il cofanetto contenente le dieci (DIECI!!) stagioni della serie più amata dai fancazzisti della mattina, con le sue 249 puntate da circa un'ora (ma come se fa?!), con la sigla più bellissima ever e invece... Invece no. Sorry.
Questa è la copertina del nuovo libro di nientepopodimenoche Anne Stuart, che noi avevamo già incontrato da qualche parte. O forse no, ma poco importa. Tanto io non me la ricordo comunque.
Non so se ve ne siete accorti ma è inverno in questo libro. Visto le stalattiti così ben ritagliate e appiccicate in alto? Eh? Visto che prova di incredibile bravura? Ma poi, sono stalattiti davvero oppure stanno lì perché bisognava dare un senso alla parola ghiaccio presente nel titolo?! Chi lo sa. Se sono stalattiti c'è qualcosa che non torna. Tipo, dov'è il tetto di questa ipotetica grotta? Cioè, dov'è la grotta in generale. Se la foto è stata scattata da fuori, le stalattiti non dovrebbero stare nell'inquadratura. Comunque, con una nave così grossa nelle vicinanze, chi ha scattato la foto è sicuro annegato con il rinculo della corrente o sopraffatto da un'onda, ma hey, che ce ne importa? Tanto sarebbe morto lo stesso, impalato da una delle stalattiti, preferibilmente quella che termina tra la A e la R. Dai, veramente? Tra il cognome della tipa?! Mamma mia quanta shatteria. Vabbè, appurato che non parla delle vicende d'amore di Merril Stubing, di che parlerà sto libro? Nella scheda dell'ebook – perché sto capolavoro non poteva rimanere in digitale, dovevamo per forza abbattere dei poveri alberi per stamparlo – leggiamo che c'è una tizia, Geneviève, che vuole andare in vacanza:-"Ma aspetta, vado un attimo sullo yacht del signor Van DerQuarcosa per fargli firmare le ultime carte e poi via, Mojito in Costa Rica!" 
E invece il cazzo, quale mojito in Costa Rica! Il signor Van DerQuarcosa dirotta il suo yacht (in che senso?) e lei, da donna in carriera, si trasforma in ostaggio. Ma tranquilli amici c'è Peter Jensen, l'assistente personale di bordo del signor Quarcosa – al quale la nostra amica Geneviève non fa che guardare il deretano – che cercherà di salvarla. Oppure no? Scoprivatelo! O anche no.

Ero combattuta. Non sapevo se inserire o meno questo libro tra le segnalazioni ma, non appena ho dato un'occhiata alla scheda, ho capito che dovevo parlarvene per forza.
Tanto per cominciare un minuto di silenzio per il cadavere di questa giovane donna sdraiata sul potpourri di Ikea. Sembra la scena di un crimine di qualche serial killer. Seriamente, ma che razza di copertina è? Almeno i petali mettiamoli freschi. Probabilmente la tizia è stata colta da un attacco lancinante di emicrania dovuta all'odore del potpourri. Vedete l'occhio semi-spento? Quello è l'occhio emicranico, date retta a me. 
Vabbè, dici, farà la fioraria. Oppure è la storia di una giovane morta prematuramente. No, è la storia di Sophie Dalton che, durante un addio al nubilato a Las Vegas, viene scambiata per prostituta da un facoltoso uomo d'affari. Mi dite come si fa a capire se è un uomo d'affari? Dal fatto che indossi la giacca e la cravatta? 'Sta cosa, seriamente, non la capisco. Anche gli agenti immobiliari stanno in giacca e cravatta o i rappresentanti delle onoranze funebri. Vabbè, fatto sta che questo tipo qui, Sophie lo capisce subito che è un uomo d'affari. Indosserà la giacca e la cravatta in modo diverso, che vi devo dì. 
Sophie a quel punto, dopo probabilmente aver puntualizzato che lei è un po' birbantella in camera da letto ma non lo fa per mestiere, inizia a chiedersi se non sia il caso di cambiare modo di vivere. Ecco, brava, io comincerei dai vestiti fossi in te, ché evidentemente ti vesti come le migliori battone di via Salaria. Insomma, gira che ti rigira, sto tipo qui indovinate chi è? Ma il ricco fidanzato della sorella! Chiaro, no? Che oltre che con la sorella di Sophie, va pure a mignotte. E lei, non è che gli sputa per la seconda volta, no. Che fa? Lui le dice di andare a lavorare nel suo ufficio e lei accetta volentieri. E a fare che cosa non ci interessa, meglio non saperlo. Comunque, ovviamente lei è attratta incredibilmente dall'uomo che, ricordiamolo, l'ha insultata dandole della prostituta e che, voglio dì, se t'ha chiesto quanto volevi, probabilmente ha in corpo qualcosa come 70mila malattie veneree, ma l'attrazione è l'attrazione. E chi so' io per mettermi in mezzo all'attrazione e alla gonorrea? Nessuno. E poi questo è un libro che, copio dai commenti riportati sulla scheda, fa ridere ad alta voce. Perché, si sa, ci sono libri che ti fanno ridere solo mentalmente e altri solo sottovoce.

Questa giovane qui accanto non è – oppure sì ed è debitamente photoshoppata – Ophelia Lovibond, attrice dell'ultima serie di Elementary, ma è Ylenia, ragazza di 25 anni che è GIÀ profondamente delusa dagli uomini.
Con calma, un argomento per volta. Innanzitutto volevo sapere dove è il collo della nostra amica Ylenia. Lo so, sono noiosa e monotona, sempre fissata con il collo della gente. C'avrò mica la "collite" (fobia di perdere il collo)? Pure che non lo ero in precedenza, mi ci hanno fatto diventare. Mi piacerebbe poi sapere se questa ragazza sta svanendo, per caso, dato che la parte del corpo dal mento in giù – a esclusione del collo che tanto non ha mai avuto – è evanescente.
Allora corro a leggere la scheda, convinta di trovare una storia d'amore tra fantasmi – ché tanto, ormai, le storie d'amore nei libri sono possibili pure fra cani e porci – e mi imbatto in Ylenia, giovane venticinquenne già delusa dagli uomini.
Adesso, quanti maschi c'hai avuto nei tuoi 25 anni? Se sei già delusa non devi esserti fatta troppi problemi, né hai fatto troppa selezione mia cara. Eh, ma allora che vuoi? Prima non distingue il bello dal brutto, il pazzo dall'immaturo, il fanatico dallo sportivo, va 'ndo cojo cojo pe' na vita e poi viene qua e se lamenta. Quindi, che era cretina lo avevo già capito, ma in un momento di sconsiderata fiducia verso l'essere umano, mi sono detta che la sua situazione non poteva peggiorare. E invece mi sono dovuta ricredere. Esistono vari livelli di cretineria, miei cari, è una cosa che ho imparato negli anni. Esiste pure il Livello Impossibile di Cretineria, quello dal quale non puoi tornare verso l'intelligenza manco se te ce spingono per sbaglio. E questo livello è stato raggiunto a pieni voti da Ylenia e le amiche imbecilli di cui si circonda. Credendosi intelligente decide, insieme alla sua amica, di prendersi una rivincita sugli uomini: sedurre i fidanzati delle ragazze che si rivolgono a lei per mettere alla prova la fedeltà dei loro uomini. Ma chi te ce porta? Non ne avevi abbastanza di maschi patetici e ridicoli? Comunque vabbè, ve lo dico io come va a finire. Si innamora di uno che seduce che però è un cretino – come te sbaji, sennò non stava all'interno di questo libro –, così lei decide di abbandonare tutto, fino a quando il cretino non raggiunge il Livello Impossibile di Cretineria e le dichiara cretinamente il proprio amore. Fine. Dimenticavo: quelle due cornicette nun se possono guardà. Così, per dirvelo.

Mi chiedo cosa abbiano inventato a fare la messa a fuoco, se tanto poi nessuno la rispetta. Perché dovete smarmellare qualunque cosa? Qua le uniche cose messe a fuoco sono il petalo centrale e le due perle laterali che sono chiaramente state appiccicate in un secondo momento. Interessante il riflesso, che esiste solo per due petali. Bravo, signor grafico, sai che esiste il riflesso ma ti pesava il dito a metterlo dappertutto, per fare una cosa fatta bene. Si vede che è stato distratto perché, mentre si dedicava al riflesso, qualcuno gli ha dato una bastonata sui denti perché c'erano poche perle.
-Più perle, maledizione, più perle! Deve essere perlato, deve fare tentazione. Il riflesso fa tentazione? Te risulta che il riflesso tenti? 
-Ma, ma... ma... – balbetta, il povero grafico nerd.
-Niente ma! L'unica tentazione che me fa venì il riflesso è quella di prenderti a colpi di tavoletta grafica sui calcagni! Chiaro? Metti 'ste perle e non fiatare.
E quindi, dato che il riflesso non tenta, ecco due perle appiccicate lì, senza nessun motivo di esistere. E senza tridimensionalità. D'altronde, se non tenta il riflesso, la tridimensionalità lo fa? No.
Vabbè, ma perché doveva fare tentazione poi? Eh, perché. Perché, dice la scheda, che il protagonista di questo romanzo è quel vecchio porco simpatico gigolò di nome Antony Barker che, quando si annoia, va con uomini, donne e pure due o tre gruppi guidati. È però l'amante ufficiale (ma che vor dì? Non era il suo mestiere?) di Rachel Norton che è algida e ricca e qualche altra caratteristica che vi aggrada. Insomma, a una certa entra in scena una tizia italiana appena arrivata a New York che farà da stagista alla Rachel di due righe fa. E che fai, fai la stagista e non vai a gigolò col tuo capo? GIAMMAI! 'Ste stagiste che non sanno che sì, devono fà le fotocopie, ma se lo fanno in tanga e copricapezzoli è meglio. 

E per questa settimana è tutto, mi raccomando: non ridete troppo ad alta voce perché vi si rovinano le corde vocali! 

giovedì 25 giugno 2015

Recensione Cassandra al matrimonio

È passato un bel po' di tempo da quando ho terminato Cassandra al matrimonio di Dorothy Baker, è passato così tanto che il mio entusiasmo si è un po' ridimensionato. Forse è meglio così – anche se non lo farò mai più di attendere così tanto –, perché a caldo non so se sarei stata in grado di scrivere qualcosa di più profondo di "cioè, amici, troppo bello :lacrime di commozione:, compratelo non e ne pentirete :si soffia il naso:, cioè non potete capire". Ecco no, probabilmente non sarei stata in grado di scrivere qualcosa di meno scemo. Perché Cassandra al matrimonio mi è piaciuto molto, l'ho letto in un più o meno ventiquattro ore.

Titolo: Cassandra al matrimonio
Autore: Dorothy Baker
Editore: Fazi
Traduttore: Stefano Tummolini
Pagine: 274
Prezzo: 16,50 €
Il mio voto: 4 piume

Trama

È un'estate dei primi anni Sessanta e Cassandra Edwards è in viaggio verso il ranch di famiglia. Partita da Berkeley, sta andando al matrimonio della sorella gemella, Judith, ma non sa come comportarsi perché non ha proprio voglia di conoscere il cognato, né di gioire dell'evento. Cosa succede nel cuore di un fratello gemello quando l'altra metà decide di andare via, di iniziare una vita propria da condividere con un estraneo? Accade di arrivare nella casa paterna e di aver voglia di tuffarsi subito in piscina, dove la testa si libera dai pensieri e nell'acqua ci si dimentica quasi di essere mai nati; di stringere tra le braccia la nonna, ancora affilata nei giudizi eppure così spudoratamente di parte nei confronti delle nipoti; accade poi di parlare con il proprio padre, in un'infilata di brandy che aiuterà a sfogare la propria tristezza e le paure. La casa degli Edwards è un piccolo mondo distante, e fiero di esserlo, dalla società americana degli anni Sessanta; è un ambiente colto e progressista dove il capofamiglia è un professore di filosofia in pensione le cui figlie ricordano con grande fierezza l'educazione libera e tesa alla curiosità che gli ha impartito; ed è una casa dove manca una madre da qualche anno. Il weekend che accompagna il racconto di Cassandra al matrimonio è quasi lo scampolo di una storia familiare idilliaca, l'ultimo colpo d'occhio di una giovane donna che sta per volgere lo sguardo altrove.

La recensione

Cassandra al matrimonio è un romanzo pubblicato in America per la prima volta nel 1962, quando la sua autrice, Dorothy Baker, aveva 55 anni. Di lì a poco sarebbe morta – precisamente nel 1968 – a causa di un cancro, a soli 61 anni. Dorothy non ha scritto molto, solo quattro romanzi in tutto, di cui uno solo tradotto e pubblicato in Italia con soli 52 anni di ritardo. Gli altri suoi romanzi chissà se li vedremo mai. Ed è un peccato, questo, perché la Baker aveva sì del talento e mi piacerebbe vedere tradotti anche gli altri suoi lavori, seppur pochi.
Sulla quarta di copertina è possibile leggere le parole entusiaste di Peter Cameron che, difatti, si è occupato anche di scrivere la postfazione:
«Mi ha scioccato nel vero senso della parola: mi ha sbalordito, lasciato interdetto, senza fiato, con la mente sollecitata dalle piccole scosse elettriche che provoca quasi a ogni pagina questo libro appassionante».
Be', trovo che Cameron sia un po' troppo entusiasta di questa lettura perché, sebbene si tratti di un romanzo che ho trovato coinvolgente e ben scritto, certamente non mi ha scioccata.
È vero, io lo leggo con gli occhi di una donna europea nel 2015 e non come un'americana omosessuale degli anni '60 che, certamente, se la passava bene ma non così tanto. 
L'omosessualità, infatti, non era esattamente un tema sul quale ci si potesse incontrare al bar e parlarne apertamente, o intavolare discorsi a casa di amici. Mi viene in mente Milk, il film di Gus Van Sant sulla vita di Harvey Milk, che mostra molto bene come erano considerati gli omosessuali tra gli anni '50 e '60 (se non lo avete visto, recuperatelo, è un film sensazionale).
Immagino che per l'ossessione e l'incesto – anche se per Cassandra si tratta di una questione un po' più complessa della semplice possibilità di un incesto –, proprio come per l'omosessualità, non fosse poi così diverso. Forse, più che sconvolgente, direi disturbante. E vediamo perché.
La storia è semplice, di una semplicità quasi disarmante: protagonista del romanzo è Cassandra che dal suo appartamento a Barkeley parte per raggiungere il ranch di famiglia, in occasione del matrimonio della sorella gemella, Judith. 
Nonostante siano sorelle gemelle e, per un periodo, siano state anche coinquiline, Cassandra non è affatto felice che la sorella stia per sposarsi; non ha alcuna voglia di conoscere il futuro cognato, di cui rifiuta anche di imparare il nome, né ha voglia di accettare l'idea che Judith si sia rifatta una vita senza di lei. Non è possibile perché, agli occhi di Cassandra, solo lei sa cosa sia meglio per la sorella, solo lei capisce davvero Judith, solo lei la ama intensamente e, soprattutto, incodizionatamente. Eppure c'è una domanda alla quale Cassandra non riesce a fornire una risposta e che la rende vulnerabile: perché Judith, a un certo punto della sua vita, dopo tutto quello che avevano vissuto e dopo le promesse che si erano fatte, ha deciso di andarsene da Berkeley e di trasferirsi a New York? 

lunedì 22 giugno 2015

Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 22/28 giugno



Dolcezze, buongiorno!
Sentite la leggera brezza che vi scompiglia i capelli e porta in grembo alle vostre delicate narici uno strano olezzo?! Io sì. È l'olezzo dei libri de merda in uscita questa settimana. E lo so che le narici non hanno un grembo, ma volevo imitare lo stile (o la traduzione, non lo sapremo mai) della mia amica Cassandra Clare, di cui potete trovare alcuni esempi qui e qui.
Questo mio buonumore è dovuto alle interessanti uscite settimanali perché c'è un grande ritorno e io non posso che festeggiare. E allora via, andiamo a incominciare!

Amici, domani, ma che dico? DOMANI sottolineato, in grassetto, con effetto coriandoli, lampeggiante e anche effetto sonoro cosiddetto "risate finte e applausi" (quello delle sit com, per intenderci) esce il nuovo libro di Katie Cotugno, la famosissima Katie COTUGNO! Chicccazzo è Katie Cotugno? Eh, boh, mai sentita. Ma la scheda ci dice che ha già scritto un altro libro, probabilmente un CAPOLAVORO assoluto, che ha un titolo originalissimo: Lo sbaglio più bello della mia vita, che per niente si somiglia al disastro della McGuire.
Ma basta fare le esaltate, basta abusare del maiuscolo, andiamo a parlare di questo BELLISSIMO libro! Nacchere, festosità, allegria, pignatte e mosca cieca. Che non c'entrava un cazzo ma non mi veniva in mente niente altro di festoso.
Dunque, Amami per un'estate (e poi levati dai coglioni, sottotitolo di mia invenzione) di Katie Cotugno, con la copertina più brutta ever. 
Vorrei porre l'attenzione sul riquadro sulla sinistra, dove la mano di lui – presumibilmente – tiene la faccia di lei come se volesse torcerle il collo e ucciderla. Probabilmente Amami per un'estate (e poi levati dai coglioni) è il punto di vista di lui, che vuole soltanto spassarsela per il mese d'agosto a Rimini e fare il ganzo con i coatti degli amici suoi. Avete presente, no? Tutti oleosi, in spiaggia, che tra una misurazione del pettorale e l'altra fanno a gara a chi ha rimorchiato la tizia col culo più bello. Quelle robe intelligenti lì. E niente, lui sicuro le sta comunicando, con quell'amichevole mano sulla sua faccia, che poi dopo Agosto è pregata di sparire per un anno intero. L'anno prossimo può provarci con un altro della compagnia, se vuole. Sennò cambia, va a Misano Adriatico e stiamo tutti meglio così. Comunque, la trama vera non l'ho capita perché si tratta sicuramente del seguito dell'altro capolavoro, ma posso riassumerla così: la tipa torna a casa per l'estate, nessuno ha dimenticato cosa è successo e la sua migliore amica non le parla più. Per fortuna tra 99 giorni va a quel paese e si toglie di torno. Fine.

Finalmente un grande ritorno, la mia amica Jennifer L. Armentrout altrimenti conosciuta come J. Lynn. Se non la conoscete non fa niente, ma potete leggervi la recensione dell'unico suo libro che ho letto e che si chiama Half Blood. Non so se è stato pubblicato in italiano ma poco ce ne importa, è orrendo lo stesso.
E quindi Opposition che viene dopo un fracco di libri che hanno il titolo che inizia per o (in ordine sparso: Obsidian, Opal, Origin, Onyx). Non so, secondo me Jennifer un giorno si è svegliata e ha detto "Ma come faccio a prende per il culo laggente?! Ah! Scrivo libri, tanto scrivono tutti, e scelgo una lettera a caso – magari la O, come l'iniziale del nome del mio micio Otranto! – e ci faccio tutti i titoli. E magari qualche personaggio lo faccio parlare con l'alfabeto farfallino!". Poi sull'alfabeto farfallino magari c'ha ripensato, sulle O invece evidentemente no. Il micio prima di tutto.
Opposition è l'ultimo romanzo della serie Lux che racconta di una specie aliena che arriva sulla Terra e boh, si comporta come se fosse cresciuta a pane e 90210. E niente, questi due tipi di cera e senza collo qui accanto sono Katy e Daemon. Lui se ne è andato e lei aspetta che lui ritorni, rifugiata da qualche parte con tanta altra gente, di cui ovviamente non ricordo il nome. La scheda poi ci fa uno spoiler grosso quanto una casa che fa sì che i lettori possano risparmiarsi la lettura di mezzo libro circa: tranquilli amici, lui torna, con i suoi scintillanti occhi verdi. Fine della trama. Credo. Non c'è che dire, meglio di un thriller. Sono contenta, comunque, che la serie sugli alieni sia finita, così mandiamo in pensione questi due tizi che sono in tutte le copertine – brutte – della serie. Tra le altre cose questa copertina mi fa pensare a un obitorio e/o a uno che trucca e imbalsama i morti, non so a voi. Forse muoiono? Speriamo!

martedì 16 giugno 2015

Recensione L'anello dei Faitoren

Ok, il peggio è passato. Sono ufficialmente fuori da casa mia, ospite di mia sorella fino a quando non saranno terminati i lavori. 
Perdonate l'assenza, credevo che sarei riuscita a svuotare camera (e casa), vivere la mia vita, andare in palestra, leggere e tenere il blog e il resto aggiornato. Invece no, servivano chiaramente giornate di più di 24 ore e anche una resistenza fisica maggiore. Cosa che, ecco, non mi si addice... La resistenza fisica, intendo. Le giornate con più di 24 ore, invece, sono uno dei miei sogni di sempre, come il teletrasporto. E una cabina del telefono per la polizia blu in camera. 
Ma non si può avere tutto dalla vita e quindi mi sembra quasi scontato che debba rinunciare, al momento almeno, a tutte e tre le cose. 
Quindi, dicevo, sono tornata e, finalmente, ho trovato il tempo di parlarvi di un libro. Oggi vi parlo de L'anello dei Faitoren, di Emily Croy Barker. Sì, è proprio lui, il libro la cui copertina era stata oggetto di forte critica su questo blog (e come darmi torto?). Ebbene l'ho letto, perché Giunti mi ha omaggiata di una copia. Grazie Giunti ^^

Titolo: L'anello dei Faitoren
Autore: Emily Croy Barker
Editore: Giunti
Pagine: 621
Prezzo: 16 €
Il mio voto: 3 piume

Trama

E se bastassero poche, enigmatiche parole a trasformare una ragazza molto delusa in una creatura dai poteri eccezionali? Nora Fischer non ha mai pensato di possedere doti straordinarie o di essere destinata a grandi cose. Anzi, da quando il fidanzato l'ha lasciata e la speranza di una promettente carriera universitaria è svanita nel nulla, è convinta di valere ben poco. Finché un giorno, dopo una festa in campagna, si imbatte in una vecchia lapide su cui legge alcuni versi dal significato oscuro. Pochi istanti e Nora stenta a riconoscere il luogo in cui si trovava fino a una attimo prima: davanti a lei si staglia un maestoso palazzo circondato da un parco lussureggiante, e una donna vestita di bianco la accoglie con entusiasmo. Nora non sa ancora di trovarsi al cospetto di Ilissa, la potente regina di Faitoren. Trascinata in un turbinio di feste, passeggiate a cavallo e cene fastose, coperta di splendidi abiti e gioielli, Nora diventa la donna seducente e irresistibile che ha sempre sognato di essere: la compagna ideale per il bellissimo principe Raclin, che la chiede in sposa. Ma qualcosa stride in quell'universo perfetto. C'è un pericolosissimo sortilegio da sciogliere, quello dell'anello che Raclin ha messo al dito di Nora.

La recensione

Guardando le recensioni online, lo ammetto, mi ero fatta diversi pregiudizi su questo romanzo. Leggevo, soprattutto, lamentele circa il fatto che non si trattasse di un romanzo autoconclusivo ma del primo di una trilogia. Vi dirò la verità, a me non è dispiaciuto affatto che non fosse un romanzo autoconclusivo. È vero, siamo d’accordo, sul mercato ormai sono più le storie narrate a puntate che quelle autoconclusive, ma se si ha l’accortezza di non leggere sempre le stesse cose e, quindi, di variare genere di lettura ogni tanto – e casa editrice magari – non si percepisce come fastidiosa una trilogia. In sostanza, per me che non leggo libri a puntate da un po', il fatto che si trattasse di una trilogia ha contribuito ad avere un punticino in più nel mio giudizio.
Vediamo insieme la trama, molto brevemente. Nora, una ragazza di trent’anni, durante un’escursione per puro sbaglio oltrepassa un varco dimensionale e si ritrova in un mondo parallelo che nulla ha di uguale al nostro mondo. La donna che le offrirà ospitalità e, secondo Nora, anche aiuto è Ilissa, la bellissima regina del popolo dei Faitoren. Come potete ben immaginare, Ilissa altri non è che una donna sì bellissima – all’apparenza! – ma anche malvagia e decisa a far tutto pur di ottenere ciò che vuole: potere e un regno degno di questo nome per il suo popolo. Nora, però, non si accorgerà presto di chi Ilissa è nella realtà perché vittima di incantesimi che riescono a confonderla e a farla agire secondo quanto desidera Ilissa. 
Questa, forse, è l’unica critica che mi viene da muovere nei confronti del romanzo. Ok gli incantesimi, siamo d’accordo che confondevano Nora e le facevano credere cose che non erano reali. Però, ecco, diciamo che il suo affidarsi totalmente e incondizionatamente alle mani di Ilissa, fidandosi ciecamente di una persona appena conosciuta… Ecco, questo non depone esattamente a suo favore. Nessuna donna di trent’anni si farebbe convincere così facilmente e, soprattutto, nessuna donna di trent’anni agirebbe come non solo la Nora di inizio romanzo, ma anche come la Nora – diversa e più matura – in cui la protagonista si trasformerà. 

lunedì 15 giugno 2015

Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 15/21 giugno


E buongiorno!
Eccoci, eccoci. Sudati (io personalmente, voi non lo so ma mi auguro di sì perché non è che posso soffrire solo io eh, un po' per uno), stanchi (questo io di certo, il trasloco mi sta uccidendo), indaffarati e desiderosi di stare sul letto a vegetare.
Ma è lunedì e io, incredibilmente, ho scritto anche una recensione ieri e per cui avrete un post oggi, uno domani e se mi fate arrabbiare uno anche mercoledì o giovedì. Guardate eh che se riesco a essere una blogger seria poi vi tocca leggermi più di una volta a settimana e non so mica se siete pronti per un compito del genere. Forse no.
Dicevamo, è lunedì ed è giunta l'ora di parlare di editoria ché qua semo boni tutti a recensire con quattro parole in croce i libri belli che ci siamo letti. Ma l'editoria non è solo questo. L'editoria è costituita anche di cose brutte, cose brutte che vanno denunciate. Come le copertine de merda. E quindi, via! Vediamo i libri in uscita questa settimana.

Ormai Newton Compton ha fatto l'abbonamento alle copertine di un unico colore con la scritta in Arial, dimensione 42 – per essere riconoscibile anche a occhi chiusi, probabilmente – e un elemento qualunque al centro. Dalla frutta al fumo ai bicchieri da Margarita. I Margarita e i dadi, poi, sono il massimo della trasgressione, no? Non vi fanno subito pensare a un vecchio porco col vizietto del gioco, nel casinò Palermo a Las Vegas? Eh? Con un bel po' di traffico di cocaina e prostitute? Eh? Ah, ma sto confondendo una puntata de I Soprano (telefilm stupendo, cacchio, STUPENDO) con un romanzo de merda, scusate.
Dicevamo. Scommessa indecente, che niente ha de I Soprano e manco è ambientato nel New Jersey. Ma ha i dadi eh, che bastano e avanzano a fare un po' Las Vegas, un po' indecente, un po' PokerStars Italia.
Questo libro dalla copertina aberrante e che se ne sbatte altamente delle regole base della grafica (sfondo nero e scritta bianca è poco leggibile, ad esempio. Il rosso sul nero fa molto Milan, siamo d'accordo, ma se te vede il direttore creativo, pure che è milanista, ti prende a cinghiate sui denti), ci racconta la storia di un club segreto del quale fanno parte 6 tipi ricchissimi che giocano a poker (minchia, divertente, se te ne stanno sul cazzo 4 sei fregato) e si aiutano a vicenda (WTF?). Così uno di questi compra un resort fatiscente per trasformarlo in un hotel di lusso ma incontra un uragano – vero, di quelli metereologici – e un uragano di sensualità che si chiama Brontë. E io adesso, perdonatemi ma ho un impegno: vado a suicidarmi. 
Perché Jessica? Perché? Ma come ti permetti a mettere questo nome alla cameriera del Midwest protagonista del tuo romanzetto rosa de merda? Scusate, imbraccio un macete e vado a spaccarle il setto nasale. Non ho il coraggio di leggermi la scheda, fatelo voi al posto mio.

Di cosa vogliamo parlare? No, ditemi, da dove vogliamo cominciare per parlare di una tipa con evidenti problemi alla parte inferiore del corpo, sdraiata su un tetto in discesa che pare stia pure comoda? Ora, io su un tetto non mi sono mai sdraiata, ma anche la panca per gli addominali quando è in discesa non è esattamente comoda. E se manco il sudore riesce a mantenerti appiccicata alla panca, pensate a quanto lavoro di glutei e addominali sta facendo questa tipa.
Comunque, ragà, io ve lo dico, quella posizione dell'anca è innaurale. E anche del piede. Sembra, sapete cosa? Una che è morta dopo essersi buttata dal settimo piano.
Poi, vogliamo dire qualcosa sulle proporzioni? E diciamola qualcosa sulle proporzioni, diciamola. Cosa è, un romanzo ambientato a Brobdingnag per caso, dove la nostra amica Violet Hayes è alta 22 metri? Perché solo così si spiega la ringhiera alta quanto può esserlo un piede numero 35.   
Il cielo che sembra la Via Lattea vista dallo spazio, poi, fornisce indizi sbagliati. Pensi che sia ambientato, che so io, su Gallifrey e invece no, solo che il cielo spaziale era appena stato dismesso da un fantasy Fanucci e costava la metà. Che a voi ve sembra na stronzata, ma risparmià sui crediti di Istock è una roba mega intelligente. Tanto sti libri entro sei mesi in libreria manco li trovi più, che devi pure metterti a fà le copertine?
La trama, la vogliamo commentare la trama? E commentiamola. 2 milioni di persone hanno letto la storia di Luke Price e Violet Hayes. Ma poi come li hanno contati? Potrebbero esserci state 2 milioni di copie vendute nel mondo (e me pare esagerato) ma anche io compro libri che poi non leggo o che regalo a gente che magari non capisce una fava e poi, tipo, usa le pagine per pulirci i vetri. Vabbè, ma basta fare polemica. È la storia di due mentecatti: lui vuole finalmente trovare la ragazza giusta così da abbandonare il preservativo – si sa, gli uomini hanno uno strano rapporto con i preservativi – e smettere di rimorchiare cessi in discoteca. Lei, invece, ferita da tutti quelli che rimorchia random nei locali che poi però non la richiamano, ha deciso che vuole stare da sola per sempre, semprissimo, non mi innamorerò mai più. Poi lui vede lei, lei vede lui e via, è un attimo. Ammmore e scintille su tetti in discesa. Avvertenza: per conoscere la trama vera è bene che vi leggiate la scheda, potrei aver cambiato qualche particolare.

Mi piacerebbe chiedere al fotografo se reputa questa inquadratura una roba artistica. No, seriamente. Perché magari sono io che non ne capisco niente di foto artistiche e quindi penso solo che questa foto potevo farla pure io nel negozio di scarpe sotto casa mia. O anche al mercato, tanto queste scarpe sembrano di plastica, quindi... Ma la farfalla che si vede e non si vede in basso a sinistra? Che cagata è? E cosa c'entra? 
O grafico Leggereditore – il vocativo è importante –, ti do una notizia: non devi usare 50 font diversi su una copertina, lo sai? Te ne hai usati uno per il logo della casa editrice, uno per il nome dell'autrice, uno per il titolo e uno per la frasetta idiota. Non lo so, volevamo usarne un altro?
Poi le ombre, ad esempio, le vogliamo utilizzare? 
Comunque, questo romanzo è già uscito in ebook e tra poco sarà tra gli scaffali della libreria (immagino la vostra commozione). Si vede che la storia di Callie è andata bene in digitale e quindi merita di essere venduta anche in cartaceo. 
Dunque, la scheda ci dice che Amore inconfessabile – che titolo ricco di suspance, contenuti sensuali e anche un po' vietati ai minori di 18 anni – è la storia di Callie che, accusata di un crimine che non ha mai commesso, scappa e si nasconde da quando ha 16 anni. Ma, attenzione, questo non le ruba certo il tempo di qualche sveltina qua e là. Cioè, una sarà pure impegnata a non farsi scoprire dalla polizia, ma tra un inseguimento e l'altro vuoi che non trovi il tempo di una sana strusciata?! E daje, no? E lei mica uno, ne trova due di esponenti di sesso maschile coi quali divertirsi. C'è quello che la riempie di attenzioni ma le fa troppe domande e quello che invece è attualmente il suo datore di lavoro. Mentre la nostra Callie sarà impegnata a far perdere le proprie tracce (e, vojo dì, se non la smetti di andare a letto con chiunque, figliola, non ce la farai mai a passà inosservata) scopre che il legame che la unisce ai due uomini è più forte di qualunque altra cosa. Sì eh, mo' se chiama "legame". Vabbè, vabbè. Sappiate che a un certo punto ci saranno anche l'Fbi e l'esercito americano e hai voglia a conoscere altri esponenti di sesso maschile coi quali passare del tempo. Se vi va leggetelo e poi tornate qui e mi fate un riassunto di tutti gli uomini che Callie riesce a portarsi a casa.


Per questa settimana è tutto, adesso perdonatemi ma vado a cercare di vedere l'Orsa Maggiore dal mio tetto in discesa. Non so voi, ma io lo trovo enormemente rilassante. Al prossimo lunedì, vi auguro una settimana vietata ai minori di 18 anni in compagnia di qualche gigante!

lunedì 8 giugno 2015

Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 8/14 giugno


Buongiorno e buon inizio settimana a tutti! Oppure no, ché a me l'estate ha già rotto i maroni, se volete saperla tutta. Avevo anche pensato di non riprendere più in mano questo blog, ecco perché lo stop ingiustificato di 9 giorni (che si è riversato anche su Facebook e twitter). Sarò onesta: non mi è mancato, ma ho deciso di resistere fino alla settimana in cui andrò in vacanza e vediamo che succede.
Nel frattempo, è lunedì e come ogni lunedì che si rispetti ecco a voi lammerda in uscita questa settimana! Pronti?

Avete presente i primi telefoni che facevano le foto? Avevano questi effetti tremendi, precursori di Instagram, che erano tipo "negativo", "cartone animato", acquerello"... Ecco, questa foto è stata scattata con un Nokia n70 di prima generazione, sicuro come la morte.
A lui sembra essere stato tagliato di netto e con cattiveria il naso, giusto perché è una parte del corpo ormai che, insieme al collo, è sopravvalutata. Ma poi, quanto è estate anni '90 questa foto?! Io la guardo e penso che questi due rimbambiti si stiano abbracciando ai Cancelli di Ostia dopo aver ballato What is love. E non è una cosa bella.
Il simbolo dell'infinito con i cuori dentro mi ha fatto venire un attacco cardiaco pari a quello che mi è venuto quando, qualche tempo fa, sono andata a trovare quel bel ragazzo del mio tatuatore e, mentre lui mi raccontava di un progetto allucinante che includeva mostri marini, astronauti e non so che altro, sono entrate due mentecatte a chiedere quanto gli sarebbe costato il simbolo dell'infinito. Perché loro erano amiche, amiche per la pelle, e volevano tatuarsi l'infinito in onore della loro amicizia.  Nello stesso posto, lo stesso giorno. Perché, vedete, un tatuaggio è per sempre. E tatuarsi per sempre una cosa che dura per sempre (l'inifinito) è un fantastico augurio per un'amicizia che dura per sempre. E dopo tutti 'sti per sempre io ho a) un attacco di vomito da glicemia alta e b) un'ansia che non vi dico.
Comunque, After – dice la scheda – non parla di amiche per sempre (peccato!) ma di Tessa che è fidanzata, brava, sicuramente cattolica e col girocollo di perle pure sotto la doccia che appena mette piede al dormitorio si imbatte in Hardin, provocatorio e maledetto, pieno di piercing e tatuaggi. Ahahahaha seriamente? Uno se ha i piercing e i tatuaggi è maledetto?! Ma chi cazzo lo ha scritto questo libro, Suor Germana?

Forse a Newton Compton si sentivano ironici quando hanno fatto questa copertina. Sai le risate mentre la completavano, in pausa pranzo, tra una copertina brutta e l'altra?
Probabilmente avevano appena finito di raccontarsi una di quelle barzellette che non fanno ridere nessuno, quelle che quando ero piccola io si leggeveno sul Cucciolone e persino io, che avevo 6 anni e il senso dell'umorismo di un macaco, le trovavo stupide. Quelle, per capirci, tipo: Quale è il colmo per un idraulico? Non vedere un tubo.
Ecco, io scommetto che il grafico che ha fatto questa copertina ride di queste battute. Ma come si fa, dico io, a mettere degli occhiali da sole sotto "I suoi occhi su di me"?! Cosa è, un romanzo sul colmo di un cieco?
Tra l'altro, mio caro grafico Newton Compton, la prossima volta comprala su Istock l'immagine, non fotografare i tuoi occhiali da hipster con il tuo Iphone.
I suoi occhi su di me, titolo di rara e agghiacciante bruttezza, racconta la storia di una tizia, Lexi, che ha detto NO! alla vita sessuale e quindi tranquillamente indossa la sua cintura di castità, fino a quando non si accorge di essere stalkerata. Siccome, ve lo dico io, questa tipa è single non per scelta sua ma per scelta degli altri (probabilmente è una di quelle che si leggono solo i RACChIA), non è che si spaventa tipo, o chiama gli SWAT per paura di trovarsi lo sconosciuto che ravana tra le sue mutande, no. Lei si eccita. E vabbè, figlia mia, però se scopri che sto tipo è Bloody Face poi so' solo che cazzi tua. La scheda riporta i pareri entusiastici e anonimi (non sto scherzando, proprio anonimi) di sedicenti lettrici (??) che lo hanno trovato stupendevole. Io dico solo che se non si so' volute firmare un motivo c'è. Saranno già state sbranate da Bloody Face.

Cosa ci fa una bacchettona cattolica vestita male sulla copertina di questo libro? E perché tiene in mano un cuore che sembra fatto di Domopack rosso?
In verità, questa non è la storia di una ragazza che abbandona la Comunità dei Giovani Cattolici contro la depilazione per il bad boy trasgressivo dalla giacca di pelle e la moto d'epoca. E i peli sul petto e i capelli fluenti.
No, dice la scheda, che questa in copertina è Mia Kelly che è laureata in economia ma le piace la musica. Non sa che fare, se fare l'economista, preoccuparsi davvero dei peli superflui o dedicarsi alla sua più grande passione: la musica. Non ci sono siepi ben potate e sculture in Domopack nella storia, ho controllato approfonditamente e ci sono rimasta male. E no, nemmeno un parcheggio come quello mostrato in copertina (che diavolo di foto è? Un'idiota in un parcheggio per motorini? Ma cos'era, una foto destinata alla nuova pubblicità per i soci Aci?).
Niente, a un certo punto il padre anticonformista (??) di Mia muore tragicamente e lei vola a New York e prende in mano il locale di famiglia, ritrovo per musicisti e "artisti vari" (dice proprio così la quarta di copertina). E lei, tra questi artisti vari, incontra Will che sarà parente dello stalker del libro sopra dato che, cito: "Il ragazzo, infatti, fa di tutto per starle vicino fino a diventare prima suo amico e poi il suo coinquilino." Ma seriamente c'avete bisogno di leggere storie di gente pazza che perseguita le ragazze? Minchia, ma fate una telefonata a me che vi racconto un paio di storie! C'è stato uno che poi, alla fine, mi ha lasciata in pace solo perché si è dato alla religione di un santone, tipo. Ed è andato pure da uno psicanalista bravo, anche. Quindi, io non sarò Renée Carlino (e poi, chi cazzo è?), ma sicuro non vi faccio spendere 9.90€. Tenetemi presente eh.

Per questa settimana è tutto, vi auguro una vita piena di stalker ciechi, occhiali da sole scadenti e freddure divertenti come le cerette total body. A lunedì prossimo, che le copertine brutte siano con voi e con il vostro spirito.