domenica 26 aprile 2015

Recensione E le stelle non stanno a guardare

E buongiorno!
Finalmente torno da questi pizzi e trovo anche il tempo per parlarvi, spero in modo esaustivo, di E le stelle non stanno a guardare di Loredana Limone. Un evento, davvero. Credevo che passasse chissà quanto tempo prima che trovassi una mezz'ora per poter stilare una recensione degna di questo nome.
No, il fatto è che non riesco a capire che fine facciano le ore delle mie giornate perché, credetemi, non faccio in tempo ad accorgermi che sono le 4 di pomeriggio che è già buio. Cioè, boh. Ai 30 anni il tempo scorre più velocemente? Perché a me sembra di non avere il tempo per fare davvero niente, non so come sia possibile. Mettiamoci pure che sono andata alla ricerca di un vestito per un matrimonio e boh. Sarà che la moda ultimamente mi fa schifo – non che prima mi facesse impazzire – sarà che io punto a spendere i soldi in altro modo, sarà anche che i matrimoni ultimamente mi stanno un po' sul deretano, ma è stata veramente un'impresa dalle sfumature grottesche.
Comunque l'ho trovato, quindi rallegriamoci. Adesso devo cercare le scarpe e ho capito che sarà molto più pesante di quanto lo è stato cercare il vestito. Aiuto.
Ma andiamo a parlare del libro, ché mi sembra più importante.

Titolo: E le stelle non stanno a guardare. Le storie di Borgo Propizio
Autore: Loredana Limone
Editore: Salani
Pagine: 387
Prezzo: 14,90 €
Il mio voto: 3 piume e mezzo

Trama

Tanti sono gli avvenimenti che scombussolano le giornate di Borgo Propizio e dei suoi numerosi abitanti, come la sempreverde zia Letizia, indaffarata a gestire la latteria insieme a Belinda, nipote acidina; le due sorelle Mariolina e Marietta, con il loro teatrino di litigi e riappacificazioni; l’amabile Ruggero, rozzo-che-piace; Dora, più pettegola che giornalaia; il maresciallo capo Bartolomeo Saltalamacchia...Con a capo il sindaco Rondinella, il paese sfoggia una nuova zelante giunta, il cui assessore alla Cultura, il nevrotico professor Tranquillo Conforti, incarica Ornella di organizzare un evento per l’inaugurazione della biblioteca. Sì, perché il paese ora vuole la sua biblioteca civica. E dovrà essere un evento speciale, o meglio spaziale, addirittura un festival letterario, sotto le luccicanti e propizie stelle del borgo. Be’, non sempre propizie. Le chiacchiere ricominciano il giorno in cui giunge Antonia, una forestiera dai boccoli ramati, che porta un misterioso bagaglio interiore. Scappando da se stessa, è alla ricerca di un luogo dove curare l’anima,tanto da decidere che lì organizzerà la propria vendetta d’amore. Una vendetta contro chi? E perché? Quale che sia il motivo, è un piatto che andrà servito freddo. Ma Antonia non sa che Borgo Propizio ha il dono di cambiare la vita di coloro che varcano la sue mura merlate…

La recensione

Nel mio mondo ideal gli uccellini sempre allegri, affabili e carini, canterebber l'arie di Puccini

È la mia prima esperienza con Loredana Limone perché, sebbene venga prima di E le stelle non stanno a guardare, non ho avuto ancora modo di leggere Borgo Propizio.
Questo, però, non ha minimamente influito sul piacere della lettura perché l'autrice, abilmente, riesce a raccontarci di Borgo Propizio e dei suoi abitanti senza far pesare al lettore di aver mancato di leggere la puntata precedente.
È vero, chi ha avuto modo di affezionarsi ai problemi di cuore di Belinda e alla sciocca rivalità tra sorelle di Mariolina e Marietta, vive questo romanzo esattamente come quando si torna a trovare un carissimo amico che vive lontano da noi. Magari che vive nelle Marche.
Non chiedetemi perché, ma ho immaginato che Borgo Propizio fosse posizionato nel centro Italia, dalle parti di Urbino e con le stesse caratteristiche architettoniche. Forse perché sono particolarmente sensibile al fascino medievale delle stradine e degli edifici di Urbino, così tanto da vederlo come possibile sfondo per un'opera letteraria (o anche per una serie tv), o forse perché mi ha sempre dato l'idea di essere un paese accogliente e raccolto in cui, volente o nolente, ci si conosce tutti.
Così ho immaginato perfettamente l'edicola di Dora, la latteria di Belinda, il bed & breakfast e il ristorante, la biblioteca. Ho persino immaginato i personaggi camminare per le stradine di questo Borgo, dai colori caldi e avvolgenti, dai palazzi in pietra, e il campanile, la chiesa, il cielo azzurro e senza nuvole.
Ho immaginato tutto, anche il fermento che scuote e, in un certo senso, rallegra gli abitanti del borgo e il suo sindaco, Felice Rondinella. Fermento, e anche un po' di sana agitazione, perché c'è un festival letterario da allestire per richiamare nuovi turisti, ma c'è anche un concorso per la ricerca di una bibliotecaria da indire, e una cena con delitto da organizzare.
Così, passando attraverso le vicende personali di Felice Rondinella, quelle di coppia di Mariolina e Ruggero – uniti da un amore dolce e puro che il lettore un po' romantico come me non può che invidiare –, quelle del cuore solitario di Belinda, Loredana Limone ci regala un romanzo fatto di vite.
Vite di personaggi che sono, anche e soprattutto, persone comuni. Dora potrebbe essere la signora che possiede l'edicola sulla piazza del tuo di paese e Letizia potrebbe essere la zia della ragazza così giovane e carina che possiede un bar nel tuo quartiere. Questo è, senza dubbio, l'aspetto che più mi ha colpito: che Loredana Limone doni ai personaggi un livello di credibilità e familiarità che fa sì che, anche chi vive in una grande città come me, riesca a percepire Borgo Propizio e tutti i personaggi che lo popolano come una realtà possibile.
Un romanzo leggero ma non per questo banale, scritto da una penna semplice e spigliata che, a volte, regala piccole perle di dolcezza:
"Belinda aveva infilato una felpa sull'odore di Francesco, sulla pelle che lui le aveva lasciato addosso, un secondo strato epidermico che ora aderiva perfettamente al suo. Senza spigoli, sbavature, bordi, eccedenze. Le sembrava che fossero sovrapponibili. Di più: incastrabili, perfettamente incastrabili."
E ancora:
"Un amore sbagliato è pur sempre un amore, e non è mai del tutto sbagliato. Gli errori si pagano con le condanne, ma a volte è la coscienza che ci punisce di più: la giustizia terrena e quella divina non sempre coincidono."
Si tratta certamente di un romanzo che io, che ho un debole particolare per l'associazione libri/stagioni, avrei dovuto leggere ad agosto, nelle domeniche mattine che passo sdraiata al parco. Sì, perché non sono solita leggere libri appartenenti a questo genere e, quindi, ho bisogno che vi sia tutta la concentrazione possibile, data anche dal contesto.
Una lettura comunque, nel complesso, piacevole e veloce, sebbene non rientri appieno nei generi letterari che leggo solitamente. Consigliato soprattutto a chi ha voglia di un viaggio nel tempo e nello spazio verso un mondo allegro e travolgente.

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