domenica 29 dicembre 2013

Ciarlando allegramente di... #6

Non farò alcuna lista su questo blog dei libri più belli e quelli più brutti letti quest'anno. Un po' perché ho letto davvero pochi libri, un po' perché quelli belli li ho nominati praticamente dovunque e quelli brutti potete tranquillamente vederli cliccando su Francamente me ne infischio sulla barra di sinistra. E poi, diamine, mi auguro di dimenticarli al più presto quelli brutti xD Meglio non parlarne più del dovuto!
In questo post, invece, vi parlerò di un libro letto fino alla fine, La ragazza del Greenwich Village, e di un libro abbandonato a pagina 185, Swamplandia! Benvenuti nella terra degli alligatori.
Sì, lo so, lo so, non si parla dei libri abbandonati per evidenti motivi: se l'ho lasciato a metà non so mica se si riprende e se finisce bene. Avete ragione. E però, siccome io non seguo alcuna regola ve ne parlo lo stesso e vi invito, con tutto il cuore, a stare lontani da questo libro.

Raramente, davvero raramente, abbandono la lettura di un libro. Francamente me ne infischio è la prova lampante del male che mi voglio nel portare a termine certe letture. Ci ho provato anche questa volta, credetemi. Però quando è troppo nemmeno la mia perseveranza, il mio strano gusto dell'orrido, la mia testardaggine riescono a farmi arrivare alla fine. Non che Swamplandia! sia più brutto di Uno splendido disastro o di qualche suo diretto collega osannato sul web (sì, sì, parlo proprio di Io prima di te), assolutamente no. Perlomeno è scritto bene, con metafore e allegorie anche molto belle e descrizioni così precise e particolareggiate che è un piacere anche solo guardarle. Karen Russell il talento ce l'ha di certo, però figliola quanto sei noiosa! La trama, poi, aveva anche un potenziale niente male! Insomma, un parco a tema diretto da una famiglia che da generazioni lotta con gli alligatori rappresentava praticamente l'ambientazione ideale. Però santo cielo, nelle 185 pagine che ho letto c'erano cento pagine di troppo. Per non parlare di alcuni elementi inseriti di cui, francamente, potevamo anche fare a meno considerando che questo libro non è un fantasy, non è un horror e a parte quell'elemento magico (??) non presenta altro. Più che altro, inizialmente, mi ha fatto dubitare della sanità mentale di uno dei personaggi (per dirvi quanto bene ci sta l'elemento sovrannaturale nella storia) e ho pensato fino alla fine (la mia fine, pagina 185) che questa ragazzina venisse prima o poi trovata in stato confusionale, in preda a qualche delirio psicotico o che so io. Invece apprendo dalle recensioni presenti su GR che la ragazzina non è schizofrenica e che la malattia mentale non è contemplata da nessuno. Bene. Qualcuno che scrive un grosso e grasso WTF? però ci sta e questo mi riempie di gioia. Anyway, se qualcuno di voi lo ha letto e ha avuto anche il coraggio di arrivare alla fine mi contatti per dirmi che fine fanno Ava e Ossie per piacere, giusto per capire dove Karen Russell voleva andare a parare. Detto ciò, se ancora non si fosse capito, lasciatelo stare tra gli scaffali della libreria, se la passa meglio là che non a prendere polvere a casa vostra.

La ragazza del Greenwich Village è invece, e lo ammetto senza remore, un libro tralasciabile anche se non evitabile come un'epidemia di peste bubbonica. Niente di cui il mercato editoriale non poteva fare a meno. Niente di cui voi (e pure io) non possiamo fare a meno (e qui la casa editrice, per una volta, ha agito bene relegandolo tra i fuori catalogo).
Un libro che di veramente affascinante ha giusto la copertina (perché, dai, la copertina merita proprio, vero?) e, forse, l'idea di base. 
Eve, giovane ragazza di belle speranze, si trasferisce a New York, prende un appartamento in affitto nel fascinoso e terribilmente "in" Greenwich Village e, tra una ricerca e l'altra circa la vita della madre ormai defunta, cerca di sfondare nel mondo del lavoro. L'elemento che rende questo romanzo leggermente diverso da tutti gli altri chick lit è il sovrannaturale. Intendiamoci, niente streghe, vampiri, zombie e demoni affascinanti. Solo il fantasma di Donald, uno scrittore della beat generation, che vive nello stesso appartamento di Eve e che le tiene compagnia dettandole i racconti che, in gioventù, non ha avuto l'opportunità di scrivere. Grazie a Donald e al suo passato, Eve riuscirà a scoprire un lato del carattere della madre a lei oscuro fino a quel momento e troverà la sua strada nel mondo. Sì, ecco, diciamo che tutto il libro si può riassumere in questo modo.
Come vi dicevo inizialmente, appunto, niente di eclatante. E niente altro da aggiungere in merito se non che si tratta di un libro da poter leggere durante un viaggio in treno, forse in vacanza, magari quando non avete proprio niente altro da leggere. Tralasciabile ma non brutto. Si fa leggere, via. Io, però, credo che lo dimenticherò molto presto. 

Quest'anno, purtroppo, non ho avuto molta fortuna con le letture. Spero che il 2014 si riveli migliore del 2013... Credo di sì visto che, grazie al gruppo di lettura, inizierò il nuovo anno con l'amato Neil Gaiman :cascata di cuori: e non vedo l'ora!

10 commenti:

  1. Se il buon giorno si vede dal mattino, sarà un buon 2014! :)

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  2. Lascia stare Swamplandia!: Karen Russell è una delle giovani autrici che amo di più e questo suo romanzo l'ho odiato. Quando ci penso capisco perché alla fine quell'anno il Pulitzer non è stato assegnato (era uno dei finalisti).
    Ma se ti piace anche solo un poco lo stile considera i racconti, per favore. Sia la sua prima raccolta (Il collegio di Santa Lucia...) che quella uscita quest'anno (Un vampiro fra i limoni). Con la forma breve non se la cava semplicemente meglio, è meravigliosa. Sempre che ti piaccia il realismo magico, ecco. (E la storia di Swamplandia! viene da un racconto della prima raccolta, e lì ha molto più senso).
    Quanto alla fine di Swamplandia!... non so se posso fare spoiler. Diciamo che chiude con una risoluzione che riunisce tutte le storyline in modo piuttosto improbabile (mi ha ricordato una musical comedy degli anni '30), e abbastanza sbilanciato (non so cosa succeda fino a pagina 185 nell'edizione italiana, diciamo a un certo punto c'è un evento abbastanza terribile che capita a un personaggio che poi non viene elaborato ed è un gran dispiacere). Non so cosa dicano le recensioni su Goodreads, ma una malattia mentale E' contemplata esplicitamente nell'epilogo, però non so se per il personaggio che intendi. E' un altro degli elementi che lo rende un romanzo tanto sbilanciato: i suoi racconti si reggono da soli nel loro mondo che è fatto di reale e fantastico, mentre nel romanzo il tentativo di dare una spiegazione ad alcune cose imho tradisce un po' il patto con lettore.
    E niente, mi spiace per la lettura sfortunata :| Io l'ho letto a inizio anno e l'ho odiato.

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    1. Commento con SPOILER: Ahhh ma allora la malattia mentale c'era! Si tratta di Ossie, no? Con la storia dei fantasmi e gli spiritisti?!
      Dell'avvenimento tragico di cui parli so già perché ho letto su Goodreads e in molti si lamentavano che non fosse per niente elaborato, tanto che (dicevano) si stentava anche a credere che fosse una violenza e non una cosa consensuale per via di ciò che "non" succede dopo. Adesso, io so anche chi compie l'atto (sempre grazie a Goodreads) e non mi stupisce perché lo avevo intuito già quando lui le chiede di esibirsi.
      Il difetto più grande di questo romanzo, secondo me, è l'essere ambientato in un mondo che non è né abbastanza reale, né abbastanza magico. Leggo fantasy, leggo horror, leggo urban fantasy e il realismo magico non mi disturba affatto (dico solo che mi piace Boris Vian, con i suoi strani personaggi e le loro strane funzioni vitali) ma in questo caso la componente magica (fino a pagina 185 solo i fantasmi ma nemmeno concreti) nel mio cervello bacato poteva essere giustificata solo da una malattia mentale. Diciamo che, ecco, non mi ha convinta proprio.
      Farò come dici, le concedo un'altra chance con i racconti e spero riuscirà a convincermi. Anche perché, in effetti, scrive davvero bene... Peccato. Swamplandia! possedeva tutti gli elementi per piacermi.

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    2. SPOILER Sì, parliamo di Ossie. FINE SPOILER

      In generale ho avuto l'impressione che l'autrice non sapesse bene dove andare a parare con un romanzo, per questo tra il reale e il fantastico (entrambi come dici tu con poca presa sul lettore, poco solidi) quello che risulta di più è un certo senso di squallore per la vita reale dei Bigtree che deprime e contribuisce a rendere la lettura pesante (questo insieme a un sacco di lungaggini che pure tu fai notare).
      Può darsi sia solo una questione di inesperienza, come può darsi che semplicemente la Russell sia più predisposta alla narrativa breve. (Non chiedo ai bravi autori di racconti di scrivere romanzi, come non chiedo ai bravi autori per ragazzi di scrivere per adulti; per me lei può continuare a scrivere racconti a vita e la considererò comunque un'autrice completa.)
      Quanto alle raccolte, se ti capita di averle fra le mani in libreria ti consiglio di dare un'occhiata al secondo racconto ("Filare per l'Impero"...?) per Un vampiro fra i limoni (questa raccolta ha un fantastico più definito, si avvicina molto a quello che scrivono gli autori moderni di genere, ma con un lavoro più interessante sul linguaggio), e il racconto che dà il titolo alla raccolta per Il collegio di Santa Lucia (che in generale ha racconti più coesi tra loro, ma che va più sul realismo magico). ;)
      E yay per Boris Vian! :D

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  3. Ciao! Scusa il fuori-tema ma ti ho taggata sul mio blog ^^
    http://thereadingcorner-sere.blogspot.it/2014/01/thank-you-tag.html

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  4. Nooooo! Io ho amato Swamplandia!. Ora piango... Sigh! :(
    Però, come diceva qualcuno sopra, i racconti sono meglio. Ma io amo Karen alla follia, quindi non faccio testo.

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    1. Guarda, il potenziale ce lo aveva. Però, ecco, non mi ha rapita. Non amo particolarmente i racconti, quindi magari ci metterò un po' a convincermi, ma proverò a leggere gli altri suoi lavori. Perché, comunque, scrive un sacco bene. Dico davvero, mi piace il suo stile. È che, mamma mia, noia a palate.

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    2. Guarda, sulla noia ti posso capire, nel senso che la prima volta che lo iniziai, dopo poco lo rimisi sul comodino. Poi però ho letto "Un vampiro tra i limoni", che ho adorato, e ho subito ripreso "Swamplandia!" e mi ha convinto. Certo, qualcosina è da aggiustare, però secondo me ha fatto un gran lavoro. Ovviamente, gusto personale. Vedremo se deciderà di scrivere altri romanzi...

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