martedì 12 marzo 2013

Recensione: Il diario delle fate

Dunque dunque, ho terminato Il diario delle fate. Che dire? Che non lo so se mi è piaciuto o no. O meglio, lo so, ma non è né un sì, mi è piaciuto né un no, non mi è piaciuto. E comunque stamattina, in metro, ho iniziato a leggere un libro che non avevo tra i to be read ma che ho preso in biblioteca. Perché lo abbia preso non lo so nemmeno io. Come al solito mi sono fatta fregare. Perché sono così, non riesco a entrare da qualche parte che abbia libri (librerie o biblioteche) e uscire senza nulla in mano. È una brutta malattia e non è ancora stata scoperta una cura. Se, però, non mi facessi condizionare dalle copertine sarebbe certamente meglio. Ma  quella brutta cosa chiamata marketing funziona anche su chi ci lavora, non so come è possibile ma è così. Il marketing, ragazzi, è il male. Sapevatelo. Ma andiamo con ordine, ogni cosa a suo tempo. 

Autore: Jane Yolen, Midori Snyder
Titolo: Il diario delle fate
Prezzo: 9,90 € o 6,90 €
Editore: Newton Compton
Pagine: 372
Il mio voto: 3 piume


Trama

Serana e Meteora erano due bellissime fate sorelle, dame della Regina della Luce e vivevano nel Boscoverde. Un giorno, senza volerlo, scoprirono un segreto che doveva rimanere nascosto e da quel momento la loro vita cambiò per sempre. La regina decise infatti di punirle, separandole e mandandole in esilio sulla Terra: Serana a New York e Meteora a Milwaukee. Come angeli caduti, le due sorelle sono ormai sole, private dei loro poteri magici e soprattutto della loro bellezza e giovinezza. Si trascinano stanche nelle città in cui vivono, affrante per la nostalgia l'una dell'altra e per il ricordo struggente del luogo paradisiaco da cui provengono. Cercano con tutte le forze un modo per comunicare tra loro, senza riuscirvi. Ma la loro presenza sulla Terra è davvero soltanto una punizione? Qual è il vero motivo per cui la Regina della Luce le ha mandate tra gli uomini? Una fiaba piena di poesia in cui convivono l'umano e il soprannaturale, i rumori della metropoli e la magia di un mondo incantato.

La mia recensione

C'è un motivo se il titolo originale non è Il diario delle fate

Il motivo per cui il titolo originale di quest'opera non è Il diario delle fate è abbastanza chiaro già dalle prime pagine. Non solo non c'è un diario di mezzo, e vabbè ma non vogliamo essere così pignoli, ma non c'entra proprio nulla! Il titolo dell'edizione italiana, colpa anche e soprattutto della copertina, suggerisce un romanzo completamente diverso. Serana e Meteora non sono le classiche fate dell'immaginario comune, quelle belle, buone e un po' romantiche come La fata turchina. No, Serana e Meteora sono  sexy, provocanti, libertine. Quindi questa tipa in copertina chi è? Una fata presa in prestito da un'altra storia, è evidente. 
Ad ogni modo, trovo che nemmeno il titolo originale "Except the queen" sia poi così azzeccato, ma questa è solo la mia opinione. 
Serana e Meteora sono due fate sorelle che, un bel giorno, aggiungono ai loro divertimenti anche quello di spiare la temutissima Regina del Boscoverde mentre è in alcune faccende affaccendata. La Regina, però, non è mica temutissima per niente, e infatti ad un certo punto si accorge di essere spiata e, per "punizione", decide di esiliare le due sorelle e spedirle tra gli esseri umani, privandole non solo della loro magia ma anche della loro giovinezza. Così, le due anziane signorine si ritrovano nel bel mezzo di un mondo che conoscono solo perché, ogni tanto, si divertivano ad osservare dal loro bosco incantato. 

Divertente, all'inizio, vedere come Serana e Meteora si sforzino di comprendere e imitare i comportamenti degli umani, le loro usanze. Poi, però, proseguendo nella lettura del romanzo, cominciano i primi problemi costituiti dalla varietà dei punti di vista e dai repentini cambiamenti di prospettive. 
Il lettore si ritrova a doversi barcamenare tra: la prima persona singolare della narrazione di Serana e Meteora, la seconda persona singolare della narrazione della Regina (poi, un giorno, mi spiegherete perché la seconda persona singolare), la terza persona singolare dei capitoli su Sparrow e di quelli su Robin, la prima persona singolare della narrazione di Falco. Non so, volevamo mettere anche il punto di vista delle autrici? Mancava solo quello! Se, per un motivo o per un altro, ero costretta a interrompere la narrazione del capitolo e riprenderla il giorno dopo ci mettevo un po' per capire chi stava dicendo cosa. 
Troppa confusione, troppa. Ingiustificata, soprattutto. La trama è così semplice e lineare che, sul serio, non erano necessari 6 punti di vista differenti. Nessun colpo di scena, nessuna suspance, nessuna curiosità per capire come mai Serana e Meteora siano state spedite tra gli esseri umani. Tra le altre cose, non credo di avere un'intelligenza di parecchio sopra la media nazionale e internazionale, per cui, se io più o meno a un quarto del libro avevo già capito il motivo vero dell'esilio può arrivarci davvero chiunque.  
Un romanzetto semplice che si può anche benissimo non leggere senza perdersi nulla di importante nel panorama dell'urban fantasy. Devo, però, spezzare una lancia a favore de Il diario delle fate: non è uno young adult banale e stupido dove c'è una stupida donzella bionda dotata di super poteri che che si innamora di uno stupido mortale. La storia d'amore c'è, ma fa solo da sfondo alle vicende delle due sorelle. Per fortuna.
Interessante e ben riuscita, strano ma vero, la crescita interiore delle due protagoniste principali che, da ragazzine immature e superficiali, si trasformano in sagge e premurose "nonne". 
Un romanzo che, se fosse stato costruito un po' meglio, avrebbe meritato una valutazione leggermente più alta.

Dimenticavo: chi ca**o ha scritto la quarta di copertina? Un analfabeta? Ha anche sbagliato il nome di una delle protagoniste chiamandola "Serena" (l'ho prontamente corretto). Ma l'ha letto il libro almeno prima di farne un riassunto? :modalità Nereia pignola off:

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